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Ieri sono andata con due amiche a vedere un giardino di rose in quel di
Fiumicello, vicino ad Aquileia (provincia di Udine). Come la nostra membra
Gabriella, il proprietario non sa esattamente quante siano, un po' meno di
quattrocento, decina più, decina meno! Io detesto i Paperon de' Paperoni ,
in genere, ma faccio eccezione per quelli che invece di contar dobloni
contano rose. Di quelli vorrei che fosse pieno il mondo. Lo renderebbe un
posto infinitamente più piacevole (e profumato). Quella che più mi ha affascinato è stata 'Leonardo da Vinci' di Meilland: mozzafiato, ma non è per giardini piccoli, a meno di non amarla così tanto da sacrificare qualcosa. Io un pensiero ce lo sto facendo. E qualche pianta sta tremando, in attesa di una decisione per lei fatale, ma non è detto che non debba andare a star meglio, in un giardino più soleggiato, e con meno traslochi, dove andrei a trovarla spesso. Un'amica sostiene che quando scendo le scale del verone le mie piante rabbrividiscono, domandandosi a chi toccherà di traslocare. Effettivamente le mie piante sono spesso a gambe all'aria. Non avendo un grande giardino, cambio spesso la sistemazione delle piante, ne aggiungo, ne tolgo, cambio lo schema dei colori, creo nuove composizioni. E non vi dico l'angoscia e le tempie che mi pulsano quando vedo che la sera si avvicina e ho ancora molte piante da rimettere a posto, ma vi assicuro che faccio un appello accurato prima di chiudere bottega, e giro per i vialetti e guardo dentro le aiole per assicurarmi di non essermene dimenticata nessuna. Poi moltissimo mi è piaciuta 'Nozomi'. Si vede che è giapponese, vorrei dire; ha tutta la grazia sofisticata delle piante che vengono da quel paese. Messa in una mezzabotte (o forse era una botte intera, comunque un contenitore grande e alto) ricadeva con una eleganza impareggiabile e l'abbinamento tra tanta leggiadria e un contenitore così rustico, aumentava la bellezza della visione. Chi ha terrazzo, ci pensi. Anche se fiorisce una volta sola, come un sacco di altri arbusti (ceanoti, forsizie,chenomeles, kolvizie, spiree, deutzie, filadelfi, ortensie, peonie, chi se ne priva perché fioriscono una volta sola? perché chiedere a tutte le rose di essere rifiorenti? ). ![]() Un altro straordinario spettacolo l'offriva 'Castore' di Barni. Anche lei vuole il suo spazio per dare così tanto. In mezzo a un prato, era come una fontana rosa e densa che zampillava in tutte le direzioni. Se potete permettervi lo spazio, correte a prenderla!
Tutte le rose in questo giardino sono lasciate crescere in assoluta libertà, per cui è un godimento unico per la vista e per l'olfatto. Ma tranquillizzatevi, la maggior parte, antiche comprese, può crescere benissimo in spazi ridotti, l'importante è trovare l'esposizione giusta - non tutte amano il pieno sud, le Alba addirittura preferiscono un sole filtrato o la mezz'ombra. Ma non ha senso metterne due dove ce ne sta una sola. Se si vede che la pianta richiede spazio, si deve prendere una decisione, o glielo si concede, o si cambia varietà. Anch'io mi sono trovata a fare di queste scelte. Nei cataloghi ti danno la 'Sea foam' per 120x 180 cm. Da me dopo tre anni era più di due metri per tre. Ho deciso di tenermela e le ho messo come cavaliere una clematide viticella, la 'Royal Velours'. Quando è in piena fioritura (comincia appena a desso a fare i primi fiorellini) vale tutto lo spazio che occupa nel mio piccolo giardino.
I motivi validi per una scelta così difficile sono tanti: è molto fiorifera,
sembra un congresso di farfalle, dai colori allegri e diversi, ha foglie e
rami nuovi porporini e un portamento leggero e grafico che dona grazia
tanto al giardino formale quanto a quello informale ed è bella anche nella
brutta stagione... ma questo poco importa, visto che l'isola deserta è
sempre in un bel posticino riparato.
E concludo con queste parole di Penelope Hobhouse (n. 1929), scrittrice inglese e storica del giardino, e giardiniera:
"Fortunatamente il giardinaggio è un continuo processo di apprendimento.
Ogni giorno trascorso lavorando in giardino, ogni visita a un giardino, ogni
libro letto e ogni pianta messa in terra, per sé o per conto di altri,
arricchisce l'esperienza. Questi diversi pezzetti di conoscenza formano il
proprio modo di progettare, piantare e sognare (...) non si arriva mai al
punto in cui tutte le possibilità sono state provate. (...) L'anno prossimo
può sempre essere diverso e migliore".
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