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Infogardening

METCALFA, UN NUOVO OSPITE POCO GRADITO
di Pier Antonio Bragato, docente di Fitopatologia

Da una quindicina d'anni una piccola "farfallina" bianca ha invaso gli incolti, i giardini ed i terrazzi del Nord Italia: si tratta di Metcalfa pruinosa. L'adulto misura circa 10 mm, ha forma trapezoidale e si sposta con rapidi salti e brevi voli; le forme giovanili, cioè le neanidi e le ninfe, sono più difficili da identificare perché si nascondono all'interno di copiose secrezioni bianche cerose che imbrattano le piante colpite. Una forte infestazione di metcalfa è quindi subito riconoscibile per la grande quantità di "fiocchi" bianchi sulle foglie e sui giovani rami. In realtà non si tratta di una farfalla in quanto la Metcalfa è un Rincote Omottero, della famiglia dei Flatidi. Sono insetti dotati di uno stiletto con il quale penetrano nei tessuti vegetali e succhiano la linfa; in posizione di riposo tengono le ali in una posizione "a tetto" sopra l'addome, che fa loro assumere una caratteristica forma triangolare.Metcalfa pruinosa

Venuto da lontano
Si tratta di un insetto immigrato accidentalmente dal continente Americano all'inizio degli anni '80; è dapprima apparso nel Veneto e da allora la sua diffusione è stata rapida e intensa. La Metcalfa vive infatti a spese di oltre duecento piante e nelle nostre regioni non ha trovato nemici naturali efficaci che potessero contrastare la sua affermazione. Tra le piante attaccate vi sono il platano, l'acero, il tiglio, l'edera, il pittosporo e molte altre ornamentali, ma sono anche colpite diverse piante d'interesse agrario quali la vite, la soia, il kaki, I'actinidia, l'olivo. Un elemento importante a favore del parassita è la facilità con la quale colonizza gli incolti, dai boschi alle banchine stradali ed è proprio da queste aree che ripartono continue e nuove Infestazioni.

I danni
La metcalfa si nutre della linfa ma, tutto sommato, questa azione produce danni di scarsa entità. Sicuramente il danno più grave è riconducibile alle secrezioni cerose che imbrattano le piante ostacolandone la funzione vitale, ossia la fotosintesi clorofilliana.
Metcalfa adulto e neanidi L'effetto dell'infestazione è sgradevole e determina un sensibile deprezzamento delle piante coltivate nei vivai; nei giardini e nei terrazzi, oltre che spiacevole alla vista, la metcalfa si rivela anche fastidiosa perché può posarsi sulle persone creando un comprensibile disagio, pur non essendo in alcun modo pericolosa per l'uomo.

Lotta Biologica
Da alcuni anni i servizi pubblici preposti alla difesa delle piante hanno iniziato un programma di lotta biologica con l'introduzione di un insetto imenottero, il Neodryinus typhlocybae, parassitoide della metcalfa. Per favorire il suo insiediamento è stata data la preferenza alle zone ricche di vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea, scegliendo quelle meno disturbate dall'attività dell'uomo e nelle quali fosse possibile creare delle fasce di rispetto attorno alle aree di lancio. A poco a poco è stato possibile insediare Neodryinus e oggi si hanno i primi risultati di controllo della metcalfa in alcune aree incolte, dove l'intervento chimico risulterebbe difficile e poco produttivo.Metcalfa adulto

Ciclo biologico ed epoche di lotta
Nei giardini e sulle terrazze gli interventi devono tener conto dei cicli biologici dell'insetto e delle condizioni necessarie per non disturbare l'azione dei nemici naturali della metcalfa.
La Metcalfa pruinosa compie da noi una sola generazione all'anno. Le femmine della metcalfa sono dotate di un robusto ovodepositore con cui, tra agosto e ottobre, inseriscono singolarmente le uova nelle screpolature della corteccia delle piante colpite. Questa deposizione minuziosa ripara le uova, oltre che dai rigori invernali, anche contro eventuali trattamenti chimici. l trattamenti chimici invernali, pur importanti per combattere le forme svernanti di molti altri insetti, non risultano pertanto risolutivi per evitare I'infestazione di metcalfa nell'anno successivo.
l primi freddi eliminano completamente la popolazione adulta. Le uova cominciano a schiudersi a tarda primavera e,in modo scalare, la schiusa si protrae da maggio a giugno. Dalle uova nascono le neanidi (i piccoli della metcalfa) che si posizionano lungo i rami verdi e sotto le foglie, coprendosi con la caratteristica secrezione cerosa. l trattamenti più efficaci sono quelli effettuati durante questa fase, cioè quando le forme giovanili non hanno possibilità di movimenti e possono quindi essere colpite con relativa facilità.

Il ciclo biologico della Metcalfa

Scegliendo soltanto i prodotti che possono essere utilizzati anche in piena vegetazione, interventi chimici molto efficaci sono quelli a base di oli minerali che ricoprono il corpo dell'insetto con un sottile velo asfittico. Un altro intervento molto efficace è quello di miscelare all'olio minerale un insetticida tradizionale (ad esempio un estere fosforico): l'olio indebolisce le forme giovanili del parassita rendendole più vulnerabili all'azione dell'insetticida. In questo caso occorre però fare attenzione perché potrebbero essere colpiti anche i predatori naturali della metcalfa, oltre ad altri insetti mobili utili. A partire da luglio compaiono gli adulti ai quali è affidato il compito della riproduzione durante i mesi di settembre e ottobre, mesi nei quali avvengono le deposizioni delle uova fecondate che, come detto, svernano nelle cortecce.
Negli ambienti dove compaiono gli adulti senza che sia stata osservata la presenza di neanidi e ninfe, può essere opportuno effettuare un trattamento abbattente al fine di contrastare la deposizione delle uova.



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