Descrizione: ha fusto esile, ramificato. Le foglie, dotate di picciolo, sono opposte, ovali, col margine dentato in quelle superiori. I fiori, di colore rosa intenso, sono riuniti in piccoli gruppi. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiungere i 30 centimetri d'altezza.

Habitat: la pianta, che nell'aroma ricorda la menta, è diffusa in Italia in particolar modo in montagna, nei luoghi freschi ed ombrosi, nelle radure boscose, nei terreni incolti. Cresce dal mare alla montagna fino a 1500 metri di altezza.

Raccolta: si utilizzano le foglie e le sommità fiorite, le quali vengono raccolte al momento della fioritura in estate, legate in fasci lenti e fatte essiccare in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: la nepetella, detta anche Calaminta, ha un aspetto assai simile ad alcune specie di menta con la quale spesso viene confusa a causa anche dell'aroma. Trova impiego nei casi di digestioni difficili e di aerofagia, per i quali si utilizza l'infuso. Lo stesso si usa per quanti soffrano di asma e di disturbi bronchiali.

Curiosità: questa pianta trova un modesto impiego in cucina per insaporire verdure e carni, ed inoltre, godendo di una supposta fama afrodisiaca, ci si confezionava un vino che si riteneva avesse tali proprietà. Talvolta in cosmesi viene utilizzata unitamente ad altre erbe aromatiche, per preparare bagni tonificanti.


Descrizione: albero dal bel portamento, con ramificazioni solide, corteccia di colore grigio-cenerognolo che tende a screpolarsi con l'invecchiamento della pianta. Possiede foglie piuttosto grandi, imparipennate con 7-9 foglioline. I fiori maschili sono di colore verdastro riuniti in amenti pendenti. Quelli femminili sono riuniti a 2-5 alle estremità dei rami. La fioritura avviene a fine primavera. Il frutto è una drupa ovoidale, ricoperta da un mallo polposo, verde all'inizio scuro ed oleoso a maturazione. La pianta può superare i 20 metri d'altezza.

Habitat: originario dei Balcani, il noce è comunemente coltivato in tutte le zone temperate. Predilige i terreni profondi, calcarei, permeabili. E' diffuso dalla pianura alla bassa montagna.

Raccolta: si utilizzano le foglie raccolte in estate e fatte essiccare in luogo semiobroso, il mallo fresco, allorché è ancora verde e i frutti, ossia le noci, raccolte in ottobre e fatte essiccare per un certo periodo prima di consumarle.

Avvertenze: non si deve mai combinare la noce con altri rimedi, se non su prescrizione medica. E' incompatibile con vegetali. Le noci e l'olio di noce non vanno conservati a lungo perché sono soggetti ad irrancidimento.

Caratteristiche: è un albero molto comune in Italia. Viene coltivato sia per i frutti che per il legname pregiato che il tronco fornisce. Dai frutti si ricava l'olio di noce che, al pari del mallo fresco, ha una notevole capacità purgativa. I frutti sono ricchi di vitamina A, PP e soprattutto di quelle del gruppo B. L'infuso di foglie essiccate si usa nei casi di anemia e stanchezza generale, aiuta a combattere il rachitismo ed aiuta i diabetici. Sempre l'infuso usato per fare dei gargarismi allevia le infiammazioni dell'apparato orale. Il cataplasma di foglie applicato sulla parte malata si dimostra efficace nelle ulcere.

Curiosità: in cucina si usa esclusivamente il frutto del noce dove trova svariate applicazioni, mentre in cosmesi il mallo fresco fatto bollire rinforza i capelli. Il noce ha sempre suscitato sul proprio conto numerose superstizioni, ad esempio era convinzione comune che l'ombra di questa pianta potesse nuocere addirittura alla salute.


Descrizione: albero sempreverde dal caratteristico portamento, ha tronco contorto. Le foglie sono opposte, di color verde scuro nella pagina superiore e argentate in quella inferiore, hanno forma lanceolata e consistenza coriacea. I fiori, insignificanti, sono di colore bianchiccio e stanno riuniti in racemi. Il frutto è una drupa carnosa di forma ovale ricca d'olio, con all'interno un grosso seme duro. La pianta può superare i 10 metri d'altezza e raggiungere età ultramillenarie.

Habitat: albero che allo stato selvatico spinoso è diffuso nell'area mediterranea a clima temperato, tanto da essere la pianta più rappresentativa dell'intero areale. Le varietà di olivo possono trovarsi sia in pianura che in collina, vicino al mare e sulle coste mitigate dei laghi prealpini.

Raccolta: si possono utilizzare le foglie, la corteccia, ma soprattutto sono i frutti ad essere impiegati. Si raccolgono da novembre a gennaio e possono essere usati in varie maniere. Dai frutti si ricava l'olio di oliva di cui in campo medicinale e dietetico si considera solo quello estratto con pressione a freddo.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: parlare dell'olivo è come immergersi nella civiltà Mediterranea, tanto la pianta ha significato nel corso dei secoli come base alimentare per queste popolazioni. Tuttavia l'olivo offre una gamma di proprietà alimentari e salutari davvero vasta. Prima di tutto l'olio ottenuto dalla spremitura a freddo dei frutti è un importante alimento dietetico, che può vantaggiosamente sostituire tutti gli altri tipi di condimenti più indigesti. Usato crudo è facilmente digeribile, un cucchiaio al mattino a digiuno è un ottimo lassativo. Il decotto di foglie è ipotensivo, astringente e si consiglia a quanti soffrono di gotta, reumatismi ed ipertensione arteriosa.

Curiosità: come abbiamo già detto in campo alimentare è un ingrediente di fondamentale importanza. In cosmesi si può utilizzare per preparare linimenti, per ammorbidire la pelle e nutrire i capelli. Oltre alle tanto apprezzate drupe, l'olivo fornisce un ottimo legno utilizzato in falegnameria per la tonalità della vena.Purtroppo ha il difetto di essere fragile, il che rende difficoltosa la lavorazione. I rami sono, invece, un eccellente combustibile per forni, capace di conferire a carni e pane un sapore particolare.


Descrizione: pianta dotata di fusto eretto, robusto, con sfumature rossicce. Le foglie sono pennate, diseguali, con margine dentato. I fiori sono di colore bianco giallognolo riuniti in corimbi. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiungere 1,80 metri di altezza.

Habitat: poco frequente in Italia, assente nelle zone tipicamente mediterranee, l'olmaria si può rinvenire lungo i fossati, i torrenti, nei terreni umidi dell'Italia del nord, dalla pianura alla montagna fin oltre i 1500 metri di altezza.

Raccolta: della pianta si utilizzano soprattutto le foglie e le sommità fiorite raccolte a fioritura iniziata e fatte celermente essiccare in luogo asciutto. Meno frequentemente si utilizzano le radici essiccate.

Avvertenze: non si deve mai far bollire la pianta.

Caratteristiche: è una vistosa erbacea che per i suoi contenuti di composti salicilici la rende preziosa per curare i dolori. L'infuso si utilizza contro reumatismi e gotta, contro l'idropisia, l'arteriosclerosi, la litiasi, combatte la nefrite, facilita l'eliminazione degli acidi urici.

Curiosità: scarsi sono gli impieghi di questa pianta in cucina, mentre in campo estetico l'infuso giova a chi soffre di obesità. L'olmaria era una delle erbe stimate dai Druidi. I suoi piccoli fiori bianchi così ravvicinati da dar l'impressione di un unico fiore, venivano utilizzati per adornare le case dove portavano un profumo fragrante e piacevole a sentirsi.


Descrizione: pianta suffruticosa, ramosa ha fusti prostrati, ascendenti, eretti, la parte inferiore del fusto è legnosa, dotata di spine. Le foglie trifogliate, sono formate da foglioline lineari, oblunghe, con margine finemente dentato. I fiori di color rosa sono riuniti in racemi. La fioritura avviene dalla primavera all'estate. Il frutto è un legume di forma ovale. La pianta supera i 70 centimetri di altezza.

Habitat: spontanea, si rinviene nei luoghi incolti, nei terreni argillosi, dal piano fino alla montagna.

Raccolta: si utilizzano soprattutto le radici raccolte in autunno o primavera, pulite, fatte a pezzi ed essiccate in luogo ombroso e ventilato. Meno utilizzate le foglie e i fiori.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: le qualità dell'ononide sono stimate fin dall'antichità e tutt'ora le vengono riconosciute eccellenti proprietà diuretiche, per cui la pianta si consiglia a quanti soffrono di cistiti, renella e calcoli alla vescica e affezioni dell'apparato urinario in genere.

Curiosità: pianta che non trova impiego in cucina né in campo cosmetico. E' un suffrutice capace di formare cespugli spinosi dalle radici profonde e tenaci. Autentica barriera vegetale era in grado di arrestare il lavoro dei buoi e per questo ha meritato il nome di Arrestabuoi o Stancabuoi che ne mettono in evidenza la rusticità.


Descrizione: è un albero dal fusto dritto, con corteccia di colore grigiastro allorchè la pianta è giovane e che tende ad assumere tonalità brunastre quando la pianta invecchia. Le foglie picciolate, hanno forma rotondeggiante con margine crenato e presentano un caratteristico appiattimento verso l'apice. Le inflorescenze maschili hanno un colore giallo-rossastro e sono riunite sotto forma di amenti penduli. I fiori femminili, di colore porporino, stanno in infiorescenze rotondeggianti a forma di pigna dotate di squame legnose. La pianta può raggiungere i 20 metri di altezza.

Habitat: l'ontano predilige la boscaglie umide, le rive dei fiumi,le zone paludose. Lo si trova dalla pianura fino alla bassa montagna. In Italia si incontra con una certa frequenza soprattutto al nord.

Raccolta: si utilizza la corteccia dei giovani rami, raccolta a febbraio e le foglie verdi.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: l'elevato contenuto di tannini dell'ontano lo hanno reso famoso nella terapia popolare per combattere angine, tonsilliti e faringiti. Inoltre ha discrete proprietà cicatrizzanti nel caso di piaghe ed ulcere.

Curiosità: pianta che non trova impiego in cucina, in campo cosmetico il decotto può essere utilizzato per detergere la pelle del viso. Il legno, molto ricercato per la resistenza al deterioramento, serviva per opere di tornitura e per confezionare zoccoli, inoltre, l'elevato contenuto di tannini lo rendeva utile nella concia. Appena tagliato il legno si colora di rosso tanto da dare l'impressione di un sanguinamento. Questo fatto ha suggestionato la fantasia popolare a tal punto da far credere questa pianta maledetta.


Descrizione: pianta aromatica a fusto eretto, ramificato nella parte superiore, con portamento cespuglioso. Ha foglie picciolate di forma ovale. I fiori, di un bel colore rosato, sono raccolti in pannocchie terminali. La fioritura avviene in estate. La pianta può superare i 70 centimetri di altezza.

Habitat: pianta comune delle regioni mediterranee, predilige i luoghi solatii, le colline soleggiate, le montagne aspre e riarse dal sole. E' coltivata anche negli orti per le proprietà aromatiche che la rendono preziosa in cucina.

Raccolta: a scopo medicinale si utilizzano le foglie e soprattutto le sommità fiorite che vanno raccolte d'estate allorché la pianta è in piena fioritura. Si fanno essiccare in luogo ombroso e ventilato legandole in mazzi lenti.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: celebre pianta aromatica, emana un intenso profumo simile a quello della maggiorana, con la quale spesso viene confusa. Dall'origano in farmaceutica si estrae un essenza che ha proprietà similari a quelle estratte dal timo. A scopo terapeutico si mostra utile nei casi di digestione lenta e difficile, combatte l'aerofagia, i disturbi di stomaco e l'emicrania. Per uso esterno un tempo si sfruttavano le proprietà cicatrizzanti della pianta per pulire le ferite.

Curiosità: in profumeria si utilizza il distillato mentre in cucina l'origano è largamente conosciuto.


Descrizione: pianta con rizoma superficiale, l'ortica ha fusto con sezione quadrangolare, eretto. Le foglie sono opposte, ovali, cordate alla base, picciolate, con margine alquanto seghettato. Foglie e piccioli sono ricoperti da peli urticanti. I fiori sono piccoli e verdognoli. La fioritura avviene dall'estate all'autunno. La pianta può superare il metro d'altezza.

Habitat: pianta spontanea, si rinviene con estrema frequenza lungo i cigli delle strade, tra le macerie, nelle radure boscose, nei pressi di case abbandonate. Forma nutrite colonie che tendono a progredire velocemente.

Raccolta: si utilizzano le piante giovani e le foglie giovani raccolte in primavera-estate e fatte essiccare all'ombra. Si impiegano pure rizoma e radici estirpati in autunno, mondati dalla terra e fatti essiccare in luogo ombroso.

Avvertenze: non consumare i semi.

Caratteristiche: difficilmente si potrebbe pensare che una pianta così fastidiosa possa nascondere tante proprietà medicinali. In effetti l'ortica, oltre ad essere ricca di clorofilla, contiene vitamina C, sali minerali, ferro, silicio, calcio, potassio e manganese. Dal fusto della pianta si estrae una fibra tessile simile a quella del lino, utilizzata in altri tempi per preparare reti e cordami. Fresca può essere utilizzata come depurativo del sangue. Inoltre il suo contenuto di ferro e sali minerali la rende utile per quanti soffrono di stati anemici.

Curiosità: l'ortica per la delicatezza del sapore trova impiego in cucina per preparare svariati piatti. Gli acidi formici e le sostanze urticanti contenute nei peli vengono neutralizzate con la cottura. Alcuni contadini preparano dei pastoni con ortiche tritate finemente da somministrare alle galline perché producano un maggior numero di uova. In agricoltura biologica la pianta serve per preparare un macerato da spruzzare sulle piante per combattere i parassiti animali.


Descrizione: graminacea dal fusto eretto, cavo, dotato di nodi. Le foglie, di colore verde, sono ruvide, di forma lineare. I fiori sono raccolti in spighe. I frutti sono delle cariossidi racchiuse da glumette esterne aristate. La fioritura avviene in primavera. La pianta può superare il metro di altezza.

Habitat: originario dell'Asia, l'orzo fu coltivato fin dai primordi della storia dell'uomo, forse prima del frumento, al quale in seguito ha dovuto cedere la palma, benché resti tuttora un alimento fondamentale per molti popoli. Il Italia è molto coltivato.

Raccolta: a scopo alimentare si utilizzano in svariati modi le cariossidi. Queste possono essere consumate come farina previa macinazione oppure possono essere tostate e poi macinate, oppure si fanno germogliare e si usano sotto forma di fiocchi. Dall'orzo si possono anche ricavare bevande.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: la storia dell'orzo affonda le proprie radici nelle origini dell'uomo. Pianta fondamentale nell'alimentazione umana, l'orzo associa alla funzione nutritiva qualità salutari di tutto rispetto. Il decotto utilizzato sotto forma di gargarismi aiuta nei casi di angina e di infiammazioni della cavità orale. Lo stesso decotto e il malto d'orzo usati nelle minestre hanno proprietà rinfrescanti altamente nutrienti che li rendono preziosi nell'alimentazione di persone deboli, convalescenti, vecchi e bambini. Inoltre favorisce l'assimilazione dell'amido da parte del corpo umano e si consiglia per le proprietà emollienti nei casi di infiammazioni dell'apparato digerente e di quello urinario. L'orzo contiene discrete quantità di fosforo e utile, quindi, a quanti svolgono un'attività intellettuale e per i soggetti nervosi.

Curiosità: in cucina l'orzo è un alimento molto usato. In campo estetico il decotto si usa sulle pelli arrossate come decongestionante. Dal seme si ottiengono la semola ed i fiocchi, mentre dalle cariossidi tostate e macinate si ricava un caffé dalle proprietà nutrienti senza peraltro essere eccitante.


Descrizione: ha fusto eretto, peloso, ramoso, debole. Le foglie sono mono o bipennate, quelle inferiori peduncolate e suddivise. I fiori, solitari, grandi e molto appariscenti, hanno un bellissimo colore rosso acceso. La fioritura avviene in primavera- estate. Il frutto è una capsula. La pianta può raggiungere i 70 centimetri di altezza.

Habitat: comune infestante dei compi, del frumento e dell'orzo, il papavero si rinviene con estrema facilità anche ai bordi delle strade, tra le macerie, nei campi incolti, lungo i fossati. La pianta si identifica con estrema facilità a causa dei suoi fiori smaglianti.

Raccolta: si raccolgono i petali dei fiori in maggio-luglio, avendo cura di prelevarli alla sera, privi di umidità. Si dispongono su piccoli graticci in luogo ombroso e ben ventilato evitando che ammuffiscano.

Avvertenze: in dosi elevate può causare intossicazioni pericolose, anche avvelenamenti soprattutto nei bambini. Rispettate scrupolosamente le dosi.

Caratteristiche: il papavero, o rosolaccio, possiede proprietà calmanti e lenitive nei casi di tossi stizzose, catarri e raffreddori. L'infuso si usa contro l'insonnia e nei soggetti nervosi.

Curiosità: in cucina questa pianta non trova impiego, mentre in cosmesi l'infuso può essere utilizzato per decongestionare le pelli arrossate e, in compresse, serve a combattere le rughe. Nella medicina popolare veniva utilizzato per lenire la tosse, ma spesso ha causato avvelenamenti soprattutto nei bambini. Le proprietà tossiche del papavero vanno imputate agli alcaloidi contenuti nella pianta, in particolare alla rhoedina.


Descrizione: pianticella dal fusto sdraiato o eretto, ha foglie picciolate, di forma ovato-lanceolate, soffici al tatto. I fiori sono di colore verdognolo, piccoli ed insignificanti, riuniti in gruppi in infiorescenze ascellari. La fioritura avviene in estate. Il frutto è un achenio. La pianta può superare il mezzo metro di altezza.

Habitat: vegeta in grossi cespi sui muri vecchi e le macerie, ma cresce rigogliosa anche tra le siepi nei luoghi freschi. Si riconosce facilmente perché le sue foglie pelosette, se strappate, si attaccano con facilità alle vesti aderendovi perfettamente.

Raccolta: si utilizza la parte aerea della pianta raccolta in estate. L'essiccazione deve avvenire in un locale asciutto e ben ventilato. Avvertenze: nessuna in particolare.

Avvertenze: la parietaria è un vegetale umile, facile da rinvenire e utile per le proprietà salutari che rivela. In particolare si usa nelle affezioni dell'apparato urinario.

Caratteristiche:

Curiosità: le foglioline tenere di parietaria possono essere consumate cotte come verdura e apportano benefici a chi soffre di dolori di stomaco e inoltre, sempre cotta, può essere aggiunta a minestroni rinfrescanti.


Descrizione: ha fusto eretto, foglie lanceolate-ovali fornite di picciolo. I fiori sono di colore bianchiccio. La fioritura avviene in tarda primavera-estate. I frutti, di diversa forma e colore, sono una specie di bacca carnosa, cava all'interno.

Habitat: il peperoncino è una solanacea originaria del centro America ed importata in Europa alla fine del 1500. Esistono più di 50 specie di peperoncino, con frutti di forma diversa e fusto variabile dal dolce al piccante.

Raccolta: il peperoncino viene impiegato per le bacche carnose. Esse vengono utilizzate, in dosi minime, fresce o più frequentemente essiccate e ridotte in polvere.

Avvertenze: rispettare le dosi. Un uso elevato può causare infiammazioni gastro-intestinali e renali. Controindicato ai sofferenti di reni, ulcera, gastrite e acidità di stomaco.

Caratteristiche: Il peperoncino rosso è ricco di vitamina C alla quanle si aggiungono quelle del gruppo P, B, E, U, e K2. La sostanza a cui si deve il caratteristico sapore piccante è la capsaicina. I semi contengono lecitina, che combinandosi con il colesterolo del sangue mantiene elastiche le arteria abbassando conseguentemente la pressione arteriosa. E' un buon regolatore intestinale in quanto favorisce le digestioni difficili e impedisce la putrefazione delle feci. La regolare assunzione combatte le vene varicose, l'eccesso di colesterolo, l'arteriosclerosi, tonifica i capillari sanguigni e pare svolga pure un'azione benefica a livello epatico. Alcune teorie, lo dicono in grado di inibire lo sviluppo delle manifestazioni cancerose a livello dell'apparato digerente grazie alle sue proprietà antiossidanti.

Curiosità: nessuna in particolare.


Descrizione: erba dotata di corto rizoma dal quale si dipartono più steli fiorali. Le foglie formano una rosetta basale. Esse sono piuttosto grandi di forma ellittica, dotate di lungo picciolo e solcate da robuste nervature. I fiori sono riuniti in spighe apicali fittissime, lunghe fino a 20 centimetri, di colore verdognolo. La fioritura avviene dalla primavera all'autunno. La pianta può raggiungere i 30 centimetri di altezza.

Habitat:

Raccolta: generalemente si utilizzano le goglie raccolte in primavera fresche o fatte essiccare in luogo idoneo. Più raramente si usano i semi maturi e la radice. Essiccare velocemente al sole.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: abbiamo sin qui descritto la piantaggine maggiore, ma altrettanto comuni e dotate delle medesime proprietà sono la piantaggine lanceolata e la piantaggine media. Questa pianta possiede diverse proprietà. Ad esempio l'infuso di foglie si usa nei casi di diaree, come espettorante nei catarri bronchiali. Per uso esterno le foglie fresche pestate in un mortaio hanno proprietà vulnerarie per curare piaghe, piccole ferite e punture d'insetti.

Curiosità: la piantaggine in cucina si impiega talvolta per preparare minestre col potere leggermente astringente e insalate. In cosmesi l'infuso serve per fare impacchi o sciacqui nei casi di congiuntivite o occhi infiammati. Nella medicina popolare era un toccasana per diverse malattie. Ad esempio le radici pestate venivano introdotte nell'orecchio per combattere il mal di denti, le sue foglie si applicavano su ferite e piaghe, la pianta si impiegava con successo contro ulcere e malattie dei bronchi. Le lunghe spighe, dopo la fruttificazione sono utilizzate per alimentare i canarini.


Descrizione: elegante conifera con fusto diritto, slanciato e corteccia bruno-rossastra squamosa. Le foglie sono degli aghi di colore verde scuro riuniti a coppie. I fiori maschili, piccoli, sono posti alla base del germoglio, i femminili all'apice. Il frutto è una pigna di forma ovale. La pianta può raggiungere i 45 metri di altezza.

Habitat: conifera abbastanza comune, è diffusa nelle vallate alpine e appenniniche della bassa montagna fino ai 2000 metri di quota e oltre. Può formare interi boschi o vivere insieme ad altre conifere e latifoglie. Predilige i luoghi assolati e i terreni ricchi di silice.

Raccolta: si raccolgono le gemme all'inizio della primavera, asportandole dalla pianta prima dell'apertura. Si fanno essiccare in strati sottili su telai oppure in forno a bassa temperatura. Si possono utilizzare anche le foglie (aghi).

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: il pino silvestre contiene oltre alla resina, un olio essenziale composto da pinene e limonene, che conferisce alle tisane un gradevole profumo balsamico. Per combattere i catarri bronchiali e le tossi e per curare i disturbi che colpiscono l'apparato urinario si utilizza l'infuso. Il decotto si può usare contro la gotta. Il bagno di pino silvestre è utile contro i reumatismi.

Curiosità: nessuna in particolare.


Descrizione: il polipodio è una felce dotata di un rizoma strisciante dal quale si dipartono da un lungo picciolo foglie palmate, pennate. Ciascuna foglia ha il lembo suddiviso in 20-40 segmenti allungati riuniti alla base dell'asta centrale. Sulla pagina inferiore dei segmenti si trovano i sori contenenti le spore alle quali è demandata la riproduzione della pianta. Essi sono disposti in due file, parallele alla nervatura del segmento. Dapprima sono gialli, quindi a maturazione, diventano bruni. Il polipodio, come del resto le felci, non genera fiori.

Habitat: si rinviene nei boschi, presso i tronchi dei vecchi alberi, abbarbicato alle rupi, ma anche sui muri e tra i ruderi. E' diffuso in Italia dal piano fino alla montagna.

Raccolta: si utilizza il rizoma pulito e essiccato in luogo semiombroso. La raccolta va fatta in primavera o autunno allorché la radice è più ricca di principi attivi.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: il polipodio è una pianta conosciuta ed apprezzata fin dall'antichità. La radice contiene polipodina, tannini, lipidi, glucosidi. Il suo impiego in campo terapeutico la rende utile nei casi di insufficienza epatica e di stitichezza. Il decotto è anche un eccellente colagogo, depurativo e, in certa misura, diuretico.

Curiosità: questa pianta non trova impiego né in campo estetico, né in campo culinario. La medicina popolare alcune volte utilizza il polipodio nei casi di vermi intestinali e come espettorante.


Descrizione: pianta dal fusto eretto e ramificato fin dalla base. Le foglie inferiori, dotate di picciolo, hanno un colore verde e sono bi-tripennate con lobi ovato-arrotondati, divisi e dentati. I fiori presentano un colore giallo verdastro, sono piuttosto piccoli e raccolti in ombrelle composte. La fioritura avviene a fine primavera estate. La pianta può raggiungere il metro di altezza.

Habitat: originario dell'area mediterranea orientale o dell'Asia sud occidentale, il prezzemolo è coltivato in tutti gli orti d'Italia per il sapore aromatico che lo rende apprezzato in cucina per preparare salse e insaporire verdure. Talvolta si rinviene allo stato selvatico.

Raccolta: si utilizza la parte aerea della pianta fresca, la radice raccolta in autunno ed essiccata.

Avvertenze: rispettare scrupolosamente le dosi, non usare i frutti. Il prezzemolo è controindicato ai nefritici e alle donne gravide nelle quali in forti dosi può provocare l'aborto. Tutti i medicamenti a base di prezzemolo, compreso l'olio essenziale, possono causare intossicazioni e avvelenamenti anche mortali per cui vanno usati solo dietro prescrizione medica.

Caratteristiche: questa celebre erba aromatica così tanto utilizzata in cucina, ha nelle foglie un alto contenuto di vitamina A e C e sali minerali. Anticamente il prezzemolo si utilizzava insieme alla malva per espellere i calcoli dalla vescica, oggi viene apprezzato soprattutto per le proprietà diuretiche e depurative. Per uso esterno le foglie di questa pianta tritate in un mortaio ed usate a mo' di cataplasma inibiscono la secrezione lattea e alleviano il prurito delle punture di zanzara.

Curiosità: in cucina il prezzemolo è molto usato e in campo estetico il succo estratto dalle foglie viene utilizzato per sbiancare le efelidi. Questa pianta, come molte aromatiche, ha da sempre suscitato l'interesse dell'uomo offrendo il fianco a leggende e superstizioni. Oltre ad essere stato un componente di filtri amorosi, esso godeva fama di facilitare le nascite, credenza legata, forse, alle proprietà che la pianta possiede di provocare contrazioni uterine.


Descrizione: pianta dotata di breve rizoma, ha portamento cespistoso. Le foglie si raggruppano alla base a formare una rosetta; sono crespate, picciolate di forma ovale, percorse da nervature. La pagina superiore è di color verde, mentre l'inferiore è più pallida. I fiori sono di un bel colore giallo, riuniti in un'ombrella. La fioritura avviene in primavera. La pianta può raggiungere i 30 centimetri di altezza.

Habitat: numerose sono le specie di primule che popolano le Alpi e l'Appennino. Oltre alla primula veris, ricordiamo la Primula elatior che dimostra proprietà molto simili alla veris.

Raccolta: si utilizzano le foglie, i rizomi con le radici raccolti in inverno e fatti essiccare in luogo ombroso e ventilato e i fiori col calice colti prima che si schiudano, essiccati all'ombra.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: il rizoma della primula contiene sostanze che svolgono un'apprezzata azione espettorante, per cui si impiega per curare le malattie che colpiscono l'apparato respiratorio ed in particolare bronchiti ed asme bronchiali.

Curiosità: la primula trova scarso impiego in cucina, è coltivata soprattutto per i suoi fiori vivaci. L'infuso in cosmesi può essere usato come decongestionante per le pelli arrossate. I fiori usati come té, forniscono una bevanda dall'eccellente aroma.


Descrizione: arbusto a carattere cespuglioso con rami che recano agli apici lunghe spine. Le foglie, piuttosto piccole, sono ovali o lanceolate di colore verde scuro e con bordo dentato. I fiori, piccoli, bianchi, punteggiati di rosa, talvolta appaiono in primavera prima dell'emissione delle foglie. Il frutto è una drupa dapprima verde, quindi blu scuro a maturazione ultimata, contenente un nocciolo duro e ricoperto da una pruina cerosa. La pianta può raggiungere i 3 metri di altezza.

Habitat: il prugnolo si rinviene con frequenza in tutta la Penisola, in particolar modo lungo le siepi, tra le macchie, nelle boscaglie, dal piano al monte.

Raccolta: si utilizzano i frutti raccolti maturi in tardo autunno, i fiori prima che si schiudano, le foglie raccolte in primavera. Si può utilizzare anche la corteccia.

Avvertenze: usare solo dietro prescrizione medica. Rispettare scrupolosamente le dosi.

Caratteristiche: questa pianta, facilmente reperibile nelle siepi, dimostra notevoli proprietà astringenti. Corteccia, foglie e soprattutto fiori producono una sostanza che origina acido cianidrico, per cui il loro uso deve essere limitato sempre alle dosi prescritte da ricetta medica. L'infuso si utilizza per fare gargarismi e sciacqui nel caso di gengiviti, piorrea, stomatiti e mal di gola. Lo stesso infuso serve esternamente per irrigazioni vaginali nelle donne che soffrono di leucorrea. Il decotto, invece, è un antisudorale e un antidiarroico.

Curiosità: in cucina i frutti del prugnolo possono trovare impiego nella preparazione di marmellate e sciroppi rinfrescanti. In campo estetico la polpa fresca può essere applicata sulla pelle del viso come astringente.


Descrizione: piccolo arbusto sempreverde, dotato di fusto alquanto ramificato, eretto, verde. Le foglie, altro non sono che dei fillocladi, ovvero dei rametti coriacei, verdi appiattiti e pungenti, con l¹aspetto e la funzione del tutto simile alle foglie. I fiori hanno un coleore rosso scarlatto, grossa come un pisello. La pianta può raggiungere gli 80 centimetri di altezza.

Habitat: il pungitopo è assai diffuso nella zona mediterranea, nei boschi, nei terreni incolti, lungo i pendii sassosi dove forma piccole colonie. E' diffuso dalla pianura fino all'alta collina.

Raccolta: si utilizzano la radice e il rizoma.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: il pungitopo si rinviene frequentemente nei boschi di collina dove forma dei pungenti tappeti. Le proprietà diuretiche del pungitopo lo rendono utile per combattere le infiammazioni renali e della vescica. Il decotto si utilizza per combattere la litiasi renale e per favorire la diuresi e quindi per combattere la gotta. Il pungitopo, ancora, esercita una benefica azione tonica sul sistema venoso come vasocostrittore.

Curiosità: il pungitopo viene utilizzato nei giardini come pianta ornamentale. In campo estetico può essere utilizzato come tonico nei casi di couperose e pelli arrossate. Il singolare nome lo ha ereditato dal fatto che un tempo veniva utilizzato per difendere i baldacchini dei salami dagli assalti dei topi.


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