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Irrigazione

Le irrigazioni sono necessarie per compensare la differenza tra l'acqua traspirata dall'erba ed evaporata dal terreno con quella fornita dalle pioggie, in modo da mantenere il tappeto in crescita. Le radici delle graminacee per tappeto erboso possono raggiungere anche profondità notevoli (100-150 cm per la Festuca arundinacea), ma normalmente sono raccolte nei 18-20 cm superficiali e fatte sviluppare in terreni sabbiosi con una ridotta capacità di immagazzinare acqua. Il fabbisogno di acqua del prato dipende dal tipo di terreno, dal clima (temperatura, vento, piovosità, umidità relativa), dal tipo di erba e dal sistema di manutenzione. La scarsità di acqua si manifesta inizialmente con uno inscurimento del colore seguito da una sfumatura grigia e dalla perdita di elasticità delle foglie. L'irrigazione deve essere iniziata quando compaiono i primi sintomi di siccità. Non bisogna intervenire troppo precocemente per non compromettere lo sviluppo delle radici profonde e favorire eccessivamente quello delle radici superficiali dove vengono a crearsi condizioni favorevoli per abbondanza di acqua e di aria. Agendo in tal modo la situazione si aggrava fino a richiedere irrigazioni quotidiane a causa della perdita delle radici profonde. L'eccesso di acqua facilita lo sviluppo delle malattie, il dilavamento degli elementi nutritivi e la proliferazione della Poa annua. Irrigazioni frequenti, ma leggere sono raccomandate solo all'impianto per favorire la germinazione e lo sviluppo delle giovani piante. Le differenti specie hanno una diversa resistenza alla siccità o alcune tendono ad andare a riposo quando le temperature sono molto elevate. Nella pratica, per ottenere uno sviluppo normale, gli apporti di acqua sono poco differenti. Spesso le pratiche di manutenzione, che favoriscono l'approfondimento dell'apparato radicale, incidono sulla esigenza di acqua più del tipo di essenza. La quantità di acqua da distribuire in una sola volta deve essere tale da inumidire i primi 15-20 cm di terreno. Questa quantità corrisponde a una pioggia di 15-25 mm (15-25 litri/mq) e basta per 1-2 settimane.
Le irrigazioni vanno iniziate in primavera inoltrata, quando le precipitazioni non compensano il fabbisogno del prato. I sintomi di siccità si manifestano normalmente a cominciare dalle zone in pendio esposte a sud o nelle vicinanze degli alberi. Le prime volte controllare la profondità di bagnatura del terreno con una sonda, 12 h dopo l'irrigazione. L'acqua deve essere distribuita il più uniformemente possibile e con una portata non maggiore di quella smaltita dalla infiltrazione nel tappeto. Se ci sono difficoltà di assorbimento, distribuire la quantità in più turni successivi, distanziati di 20-30'. L'orario di irrigazione è regolato dalle esigenze di utilizzo del tappeto più che da quelle agronomiche. L'irrigazione notturna è consigliata per i prati nei giardini pubblici e nei golf in modo che gli utenti non calpestino il tappeto ancora bagnato. I prati privati possono essere irrigati di giorno, meglio nei momenti di calma di vento, anche se può essere pericoloso per le altre piante del giardino.
L'impianto di irrigazione, sia fisso che mobile, deve essere progettato in modo che la distribuzione sia il più uniforme possibile; all'inizio della stagione una serie di contenitori uguali disposti a distanza eguale secondo uno schema a reticolo che si estende dalle vicinanze dell'irrigatore fino alla estremità del suo getto, consente di controllare l'uniformità di distribuzione dell'acqua. Spesso irrigatori dello stesso tipo hanno distribuzioni molto differenti. Per ridurre il consumo di acqua nei mesi estivi, lasciare andare a riposo le specie sensibili alle alte temperature (p.e. Poa pratensis), favorire la penetrazione dell'acqua nel tappeto mediante la rimozione del feltro, aumentare l'altezza di taglio, ridurre gli apporti di azoto e aumentare quelli di potassio.

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